prembodhi.it

ARTICOLI

 

TAROCCO ESOTERICO E TAROCCO INTUITIVO

Prembodhi M. Montano

Le carte dei Tarocchi sono visibilmente delle icone, cioè delle immagini – della stessa natura delle immagini sacre e degli idoli. Partecipano dunque del mondo psichico e immaginale e rimandano in questo alle due culture che si sono contrapposte nei secoli – quella della religione monoteista e quella della magia naturale – tutte e due grandi produttrici di icone, dalle icone dei santi a quelle dei segni zodiacali.

Nei Tarocchi queste immagini sono chiamate Arcani. ‘Arcano’ e’ cio’ che e’ riposto nell’’Arca, in greco ‘custodia’. Sono dunque immagini da custodire, da trattare con cura, da salvare dal diluvio e tramandare ai posteri.

Perche’? Cosa vi e’ stato riposto con cura? Quali messaggi rivelano? Da quali mondi provengono? Chi e’ che ha ‘inventato’ i Tarocchi? Dal Settecento ai giorni nostri queste domande hanno stimolato una varietà di studiosi, storici, esoteristi a produrre un’abbondanza di ipotesi.

Ma i Tarocchi sono anche ostentatamente delle carte da gioco – lo stesso nome ‘Tarot’, ‘tarocco’, ‘tarock’, e’ stato dato in Francia Italia e Germania fino a molto recentemente ad un vero e proprio gioco di carte giocato alle fiere paesane.

I Tarocchi sono dunque la…..  (leggi tutto l'articolo)

(Articolo pubblicato da Re Nudo)

 


 

I TAROCCHI POSSONO FARE MIRACOLI

Prembodhi M. Montano

 

   

Una notte di Poona, Gennaio del 1976. Le ultime due settimane mi hanno stravolto la vita. Sono arrivato qui dagli Stati Uniti il 24 dicembre sociologo compagno & fricchettone e in due settimane sono diventato – che cosa? Non lo so ancora e forse non lo saprò mai.

Da New York ho portato con me un mazzo di tarocchi, un Rider-Waite, compagno di meditazioni e viaggi psichedelici. Gli ultimi mesi ho passato ore ed ore in sua compagnia. Facevo entrare le immagini delle carte dentro di me e lasciavo che mi parlassero. Poi entravo io nelle immagini. E così imparavo – su me stesso, sulla natura della coscienza, sui perché delle cose…

Che bello sarebbe se Bhagwan me li toccasse, me li benedisse…”

  A Poona vengo a sapere che se uno ha degli oggetti che desidera vengano toccati dal Maestro li può dare a Laxmi, la Sua segretaria. E così una settimana fa ho consegnato il mio prezioso compagno nelle mani di Laxmi ed è cominciata l’attesa…

Dopo un paio di giorni vengo chiamato in ufficio: “Bhagwan non ha voluto benedire le tue carte… Ha detto di portarle tu direttamente al tuo prossimo darshan!” Stasera è il mio leaving darshan. Sto per partire, ma ho appena deciso di mollare tutto e di venire a vivere qui per sempre – e adesso gliene parlerò.

E’ una serata bellissima. Il cielo è terso e profondo. I suoni e i profumi della notte indiana – i cucù, i gelsomini – fanno risaltare questo strano silenzio che mi è entrato dentro.

Davanti a Lao Tsu dove abita il Maestro sono tra i primi in fila per entrare, siamo meno di venti persone. Appena si apre il cancello….  (leggi tutto l'articolo)

 


 

L'ARTE DI LASCIARSI SORPRENDERE

Intervista a Prembodhi Montano, tarocchista, astrologo, autore de ‘Il Tarocco Intuitivo’ e ‘Specchio della Vita’.


Re Nudo: Quale è stato il tuo percorso con i Tarocchi?

Credo si essere nato con i Tarocchi nel sangue ma me ne sono accorto solo a trent’anni! Da bambino giocavo da solo col mazzo delle carte da briscola e nella grande innocenza di quell’età riuscivo a pescare sempre la stessa carta, se volevo – sette, otto, dieci volte. Mi sono inventato questo gioco che avro’ avuto dieci anni, e ci credevo e sapevo che era una magia – e credendoci la facevo succedere! Poi mi sono messo in testa che ci doveva essere la carta del Si’ e la carta del No. La carta del ‘Si’’ si chiamava Rama – guarda un po’ – ed era l’Asso di Denari. La carta del ‘No’ era invece l’Asso di Bastoni e si chiamava chissa’ perché’ Gus. Rama voleva dire ‘si’’, Gus voleva dire ‘no’. Cosi’ davo risposte alle mie tante domande. E cosi’ e’ cominciato un dialogo con me stesso che non e’ piu’finito.

Ecco, credo che l’essenziale, il nocciolo del Tarocco Intuitivo fosse gia’ presente in questo gioco, in questo dialogo, direi oggi, tra la mente e l’anima. Poi, con i bambini del pianterreno abbiamo creato una nostra società segreta con i suoi riti di iniziazione dove venivamo bendati e dovevamo superare delle ‘prove’ – mangiare una cosa molto amara, mi ricordo, starsene da soli nel buio, beccare un ceffone… Era un gioco che avevamo creato da noi, non ce l’aveva insegnato nessun ragazzino piu’ grande. Ci inventavamo le iniziazioni e le prove, i piccoli atti di psicomagia man mano che il gioco progrediva.

Il gioco dei Tarocchi e un feeling per l’ ‘esoterismo’ mi accompagnano quindi da sempre, ma fino ai trent’anni, così come è successo per tante altre cose, li ho semplicemente ignorati, preso com’ero dal movimento politico e controculturale dal ’68 in poi. In realta’ ignoravo qualcosa di piu’, ignoravo me stesso – la mia anima, il mio daimon, il mio destino.

Quando sono arrivato a Puna dagli Stati Uniti alla fine del 1975 per unirmi all’ashram e vivere con Osho ‘per sempre’ mi sono portato dietro il mazzo – e la mania – dei Tarocchi, ma…. (leggi tutto l'articolo)



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *